LA CITTA DI MODICA
Ciò che rende Modica unica come città strappata alla roccia, è il suo posizionamento all’incontro di due cave naturali; il centro abitato si estende con continuità sopra un breve altipiano, che si restringe a cuneo fino ad un’alta rupe costituendo Modica “alta“, e continua poi nell’invaso di due torrenti, Janni Màuru e Pozzo dei Pruni (oggi coperti, ecco perché i “ponti” sopracitati non esistono più), per confluire proprio ai piedi della suddetta rupe formando una”Y”naturale chiamata “Modica bassa”. La parte nuova della città è conosciuta come “Modica sorda”, caratterizzata da edilizia moderna ed attività commerciali. Il suo nome deriva da “Motyka”, antica città ribelle a Roma nel 212 a.c. e poi sua città decumana, conquistata nel Medioevo da Arabi e Normanni e dal XIV secolo capitale di contea durante la dominazione spagnola. La contea di Modica era uno stato quasi indipendente all’interno del Regno di Sicilia, governato dalle potenti famiglie dei Chiaramonte, Cabrera ed Henriquez. Il terremoto del 1693 costrinse la città ad una nuova ricostruzione, che ancora oggi costituisce una delle
più alte espressioni del Barocco siciliano; il terreno in ripido declivio, avvolto dalla roccia, deve aver suggerito agli artisti locali i grandi effetti scenici delle architetture, soprattutto nelle chiese di San Pietro e di San Giorgio, che modellate come sculture ed inserite in una scenografia naturale di pietra e luce, si alzano verso il cielo.
L’itinerario di Modica
L’itinerario proposto vuole essere un compendio per la scoperta di una città che racchiude, oltre ai monumenti di seguito citati, diversi altri angoli pittoreschi: pensiamo al quartiere Cartellone, abitato dalla comunità ebraica fino al 1474, al quartiere Santa Lucia ed al Belvedere Pizzo, balcone panoramico posto a 449 m dal quale si domina gran parte della città come fosse un presepe di pietra.
Arrivando in città da nord, la si percorre per il Corso Umberto fino a piazza Buozzi, si gira per via Mercè fino ad arrivare sull’omonimo Largo, da cui inizia il nostro itinerario di visita, che dal Convento dei Padri Mercedari e dalla chiesa della Madonna delle Grazie porta alla chiesa del Carmine. Dopo una deviazione verso la chiesa di Santa Maria di Betlem, il percorso si riconnette sull’asse viaria di Corso Umberto, terminando con la chiesa di San Pietro e una deviazione nella chiesa rupestre di San Nicolò inferiore. L’itinerario si conclude al Duomo di San Giorgio a Modica alta.
1. Convento dei Padri Mercedari
Edificato nel XVIII secolo, fu anche adibito ad ospizio per malati di peste; attualmente ospita la biblioteca comunale e dal 1978 Museo ibleo delle arti e tradizioni popolari (per la descrizione del Museo vedi legenda sulla carta)
2. Chiesa della Madonna delle Grazie
Annessa al convento, ma di più antica costruzione, è la Chiesa della Madonna delle Grazie, edificata in seguito al ritrovamento nel 1615, tra rovi misteriosamente in fiamme, di un’immagine di Madonna con bambino dipinta su una tavola d’ardesia ed ora custodita sull’altare maggiore. La costruzione della chiesa si deve all’architetto siracusano Vincenzo Mirabella, che per morte prematura nel 1624 lasciò la fabbrica in parte incompiuta. L’aspetto attuale è il risultato di lavori di restauro del ‘900. Da notare la facciata riccamente decorata ed il portale d’ingresso, sovrastato da una delle poche rappresentazioni iconografiche in situ dello stemma dell’antica contea di Modica.
3. Chiesa del Carmine
Proseguendo verso Largo Matteotti arriviamo alla Chiesa del Carmine, edificata nel XIV sotto l’influenza dei Chiaramonte, ma ricostruita dopo il sisma del 1693. Della struttura preesistente rimangono il bel portale ad arco acuto ed il rosone che lo sormonta. L’interno a navata unica ospita al secondo altare di sinistra un bel gruppo marmoreo cinquecentesco,Tannunciazione”di Antonello Gagini (1528-30) e l’altare maggiore in legno e stucchi in rilievo.
4. Chiesa di Santa Maria di Betlem
Deviando in direzione di via Marchesa Tedeschi troviamo una delle più interessanti chiese di Modica, Santa Maria di Betlem, struttura quattrocentesca riedificata dopo il famoso sisma del 1693. In fondo alla navata destra è la Cappella del Sacramento, splendido esempio di architettura tardo gotica rinascimentale del XV- XVI secolo; sull’altare una cinquecentesca Madonna in trono con bambino in pietra dipinta. Nella navata sinistra è ubicato un pregevole presepe in terracotta del 1882 realizzato da artisti di Caltagirone, composto da 60 statue in terracotta dipinta e raffiguranti personaggi in costume popolari.
5. Corso Umberto
Riprendiamo il Corso Umberto, asse viaria di notevole importanza che attraversa tutta la parte bassa della città con interessanti testimonianze architettoniche. Proseguendo da piazza Matteotti dopo Piazza Municipio verso sinistra troviamo l’ex monastero delle Benedettine, sede del tribunale dal 1886, e oggi Palazzo della Cultura; Palazzo Tedeschi con belle mensole figurate e la chiesa di Santa Maria del Soccorso, annessa all’ex convento dei Gesuiti e dall’interessante facciata convessa fronte strada. Ricordiamo di fronte al Convento anche l’ottocentesco Teatro Garibaldi e Palazzo Manenti, esempio di palazzo settecentesco dalle ornamentazioni barocche e dalle celebri mensole figurate, segno distintivo delle architetture nobiliari locali.
6. Chiesa di San Pietro
La chiesa già esistente nel XIV secolo e distrutta dal sisma del 1693, domina l’abitato di Modica bassa ed il corso Umberto, grazie alla preziosa facciata ed alla scenografica scalinata dove sono collocate le statue con i dodici apostoli. Nel primo ordine della facciata i tre portali danno accesso alle rispettive navate interne, e sono sormontati da cornicioni spezzati ed affiancati da paraste in bugnato; il secondo ordine architettonico realizzato intorno al 1760 ha invece maggiore movimento e decorazione rococò espressa nella caratteristica tecnica delle maestranze locali che alla componente architettonica affiancavano una peculiare lavorazione della pietra. L’interno ospita un ciclo di affreschi dell’antico testamento nella navata centrale (G.B Ragazzi 1760-1780), e sul quarto altare della navata destra la “Madonna di Trapani” scultura tardo rinascimentale; ricordiamo sulla stessa navata al penultimo altare il gruppo scultoreo di San Pietro ed il paralitico, opera policroma di Paolo Civiletti del 1893.
7. Chiesa rupestre di San Nicolò inferiore
Alla destra della chiesa di san Pietro, non si può non fare una deviazione nella suggestiva via Grimaldi, cuore della vita culturale ed artistica della città; addentrandoci all’interno di uno dei suoi vicoli possiamo recarci nella Chiesa rupestre di San Nicolò inferiore, scoperta nel 1987 con una serie di pitture tardo bizantine e normanne del XIII e XIV secolo. La struttura architettonica è ancora più antica, dalle fondazioni si presume possa essere datata tra XI e XII secolo. E’ costituita da un aula destinata ai fedeli, dal presbiterio, e da un’abside rialzata con caratteristiche tipiche dell’architettura normanna.
8. Duomo di San Giorgio
Proseguendo su Corso Umberto e salendo verso la città alta, arriviamo davanti ad uno dei principali simboli del Barocco meridionale, il Duomo di San Giorgio. Ubicato in Modica alta, la sua struttura domina la scenografia e l’immagine dell’intera città, oltre ad essere una delle realizzazioni architettoniche di Rosario Gagliardi. Inaugurato nel 1738 nello stesso sito dove era stato già costruito da Ruggero il normanno nel XII secolo, poi distrutto e riedificato, il Duomo ha una caratteristica facciata a torre, che si slancia nelle sue forme convesse sulla scalinata di 250 scalini (completata nel 1818), realizzando perfettamente la fusione tra architettura e paesaggio, essenza della ricerca barocca verso lo spazio. L’interno a cinque navate, presenta un interessante transetto con cappelle in serie (retaggio dell’architettura normanna) e cupola, ed ha interessanti testimonianze artistiche. Sull’altare maggiore vi è un polittico attribuito a Bernardino Niger (1573), alla sua sinistra la cappella della Madonna della neve con l’omonima statua (1510). Nell’estrema navata destra, al secondo altare “Assunta” di Filippo Paladini, esempio di pittura barocca firmata e datata 1610. Ricordiamo anche l’urna reliquiaria di San Giorgio del XIV e XVIII secolo.
9. Cava d’Ispica
Considerato uno dei più importanti siti archeologici d’Europa, la Cava d’Ispica è situata lungo una roccia calcarea che si sviluppa per ben 13 Km, e dal territorio di Modica si estende fino al comune di Ispica. Il termine cava deriva dalle incisioni che il corso d’acqua Ispica ha realizzato per secoli nell’altopiano calcareo lbleo e che rendono questo paesaggio davvero affascinante. Si tratta di un luogo molto importante per lo studio dell’evoluzione dei primi insediamenti umani: numerose sono le testimonianze di abitazioni di età neolitica, greca, bizantina e medievale. Sono state rilevate necropoli sicule con tombe a forno, ipogei bizantini e catacombe cristiane. Parte delle strutture non è purtroppo più visibile al pubblico, a causa di frane ed erosioni. L’area archeologica è costituita da tre sezioni, la zona a Nord Est, presso Mulino Cavallo; la zona rupestre dell’antica Spaccaforno e la zona mediana nei pressi del convento di Santa Alessandra.
LA CITTA DI MODICA
Ciò che rende Modica unica come città strappata alla roccia, è il suo posizionamento all’incontro di due cave naturali; il centro abitato si estende con continuità sopra un breve altipiano, che si restringe a cuneo fino ad un’alta rupe costituendo Modica “alta“, e continua poi nell’invaso di due torrenti, Janni Màuru e Pozzo dei Pruni (oggi coperti, ecco perché i “ponti” sopracitati non esistono più), per confluire proprio ai piedi della suddetta rupe formando una”Y”naturale chiamata “Modica bassa”. La parte nuova della città è conosciuta come “Modica sorda”, caratterizzata da edilizia moderna ed attività commerciali. Il suo nome deriva da “Motyka”, antica città ribelle a Roma nel 212 a.c. e poi sua città decumana, conquistata nel Medioevo da Arabi e Normanni e dal XIV secolo capitale di contea durante la dominazione spagnola. La contea di Modica era uno stato quasi indipendente all’interno del Regno di Sicilia, governato dalle potenti famiglie dei Chiaramonte, Cabrera ed Henriquez. Il terremoto del 1693 costrinse la città ad una nuova ricostruzione, che ancora oggi costituisce una delle
più alte espressioni del Barocco siciliano; il terreno in ripido declivio, avvolto dalla roccia, deve aver suggerito agli artisti locali i grandi effetti scenici delle architetture, soprattutto nelle chiese di San Pietro e di San Giorgio, che modellate come sculture ed inserite in una scenografia naturale di pietra e luce, si alzano verso il cielo.
L’itinerario di Modica
L’itinerario proposto vuole essere un compendio per la scoperta di una città che racchiude, oltre ai monumenti di seguito citati, diversi altri angoli pittoreschi: pensiamo al quartiere Cartellone, abitato dalla comunità ebraica fino al 1474, al quartiere Santa Lucia ed al Belvedere Pizzo, balcone panoramico posto a 449 m dal quale si domina gran parte della città come fosse un presepe di pietra.
Arrivando in città da nord, la si percorre per il Corso Umberto fino a piazza Buozzi, si gira per via Mercè fino ad arrivare sull’omonimo Largo, da cui inizia il nostro itinerario di visita, che dal Convento dei Padri Mercedari e dalla chiesa della Madonna delle Grazie porta alla chiesa del Carmine. Dopo una deviazione verso la chiesa di Santa Maria di Betlem, il percorso si riconnette sull’asse viaria di Corso Umberto, terminando con la chiesa di San Pietro e una deviazione nella chiesa rupestre di San Nicolò inferiore. L’itinerario si conclude al Duomo di San Giorgio a Modica alta.
1. Convento dei Padri Mercedari
Edificato nel XVIII secolo, fu anche adibito ad ospizio per malati di peste; attualmente ospita la biblioteca comunale e dal 1978 Museo ibleo delle arti e tradizioni popolari (per la descrizione del Museo vedi legenda sulla carta)
2. Chiesa della Madonna delle Grazie
Annessa al convento, ma di più antica costruzione, è la Chiesa della Madonna delle Grazie, edificata in seguito al ritrovamento nel 1615, tra rovi misteriosamente in fiamme, di un’immagine di Madonna con bambino dipinta su una tavola d’ardesia ed ora custodita sull’altare maggiore. La costruzione della chiesa si deve all’architetto siracusano Vincenzo Mirabella, che per morte prematura nel 1624 lasciò la fabbrica in parte incompiuta. L’aspetto attuale è il risultato di lavori di restauro del ‘900. Da notare la facciata riccamente decorata ed il portale d’ingresso, sovrastato da una delle poche rappresentazioni iconografiche in situ dello stemma dell’antica contea di Modica.
3. Chiesa del Carmine
Proseguendo verso Largo Matteotti arriviamo alla Chiesa del Carmine, edificata nel XIV sotto l’influenza dei Chiaramonte, ma ricostruita dopo il sisma del 1693. Della struttura preesistente rimangono il bel portale ad arco acuto ed il rosone che lo sormonta. L’interno a navata unica ospita al secondo altare di sinistra un bel gruppo marmoreo cinquecentesco,Tannunciazione”di Antonello Gagini (1528-30) e l’altare maggiore in legno e stucchi in rilievo.
4. Chiesa di Santa Maria di Betlem
Deviando in direzione di via Marchesa Tedeschi troviamo una delle più interessanti chiese di Modica, Santa Maria di Betlem, struttura quattrocentesca riedificata dopo il famoso sisma del 1693. In fondo alla navata destra è la Cappella del Sacramento, splendido esempio di architettura tardo gotica rinascimentale del XV- XVI secolo; sull’altare una cinquecentesca Madonna in trono con bambino in pietra dipinta. Nella navata sinistra è ubicato un pregevole presepe in terracotta del 1882 realizzato da artisti di Caltagirone, composto da 60 statue in terracotta dipinta e raffiguranti personaggi in costume popolari.
5. Corso Umberto
Riprendiamo il Corso Umberto, asse viaria di notevole importanza che attraversa tutta la parte bassa della città con interessanti testimonianze architettoniche. Proseguendo da piazza Matteotti dopo Piazza Municipio verso sinistra troviamo l’ex monastero delle Benedettine, sede del tribunale dal 1886, e oggi Palazzo della Cultura; Palazzo Tedeschi con belle mensole figurate e la chiesa di Santa Maria del Soccorso, annessa all’ex convento dei Gesuiti e dall’interessante facciata convessa fronte strada. Ricordiamo di fronte al Convento anche l’ottocentesco Teatro Garibaldi e Palazzo Manenti, esempio di palazzo settecentesco dalle ornamentazioni barocche e dalle celebri mensole figurate, segno distintivo delle architetture nobiliari locali.
6. Chiesa di San Pietro
La chiesa già esistente nel XIV secolo e distrutta dal sisma del 1693, domina l’abitato di Modica bassa ed il corso Umberto, grazie alla preziosa facciata ed alla scenografica scalinata dove sono collocate le statue con i dodici apostoli. Nel primo ordine della facciata i tre portali danno accesso alle rispettive navate interne, e sono sormontati da cornicioni spezzati ed affiancati da paraste in bugnato; il secondo ordine architettonico realizzato intorno al 1760 ha invece maggiore movimento e decorazione rococò espressa nella caratteristica tecnica delle maestranze locali che alla componente architettonica affiancavano una peculiare lavorazione della pietra. L’interno ospita un ciclo di affreschi dell’antico testamento nella navata centrale (G.B Ragazzi 1760-1780), e sul quarto altare della navata destra la “Madonna di Trapani” scultura tardo rinascimentale; ricordiamo sulla stessa navata al penultimo altare il gruppo scultoreo di San Pietro ed il paralitico, opera policroma di Paolo Civiletti del 1893.
7. Chiesa rupestre di San Nicolò inferiore
Alla destra della chiesa di san Pietro, non si può non fare una deviazione nella suggestiva via Grimaldi, cuore della vita culturale ed artistica della città; addentrandoci all’interno di uno dei suoi vicoli possiamo recarci nella Chiesa rupestre di San Nicolò inferiore, scoperta nel 1987 con una serie di pitture tardo bizantine e normanne del XIII e XIV secolo. La struttura architettonica è ancora più antica, dalle fondazioni si presume possa essere datata tra XI e XII secolo. E’ costituita da un aula destinata ai fedeli, dal presbiterio, e da un’abside rialzata con caratteristiche tipiche dell’architettura normanna.
8. Duomo di San Giorgio
Proseguendo su Corso Umberto e salendo verso la città alta, arriviamo davanti ad uno dei principali simboli del Barocco meridionale, il Duomo di San Giorgio. Ubicato in Modica alta, la sua struttura domina la scenografia e l’immagine dell’intera città, oltre ad essere una delle realizzazioni architettoniche di Rosario Gagliardi. Inaugurato nel 1738 nello stesso sito dove era stato già costruito da Ruggero il normanno nel XII secolo, poi distrutto e riedificato, il Duomo ha una caratteristica facciata a torre, che si slancia nelle sue forme convesse sulla scalinata di 250 scalini (completata nel 1818), realizzando perfettamente la fusione tra architettura e paesaggio, essenza della ricerca barocca verso lo spazio. L’interno a cinque navate, presenta un interessante transetto con cappelle in serie (retaggio dell’architettura normanna) e cupola, ed ha interessanti testimonianze artistiche. Sull’altare maggiore vi è un polittico attribuito a Bernardino Niger (1573), alla sua sinistra la cappella della Madonna della neve con l’omonima statua (1510). Nell’estrema navata destra, al secondo altare “Assunta” di Filippo Paladini, esempio di pittura barocca firmata e datata 1610. Ricordiamo anche l’urna reliquiaria di San Giorgio del XIV e XVIII secolo.
9. Cava d’Ispica
Considerato uno dei più importanti siti archeologici d’Europa, la Cava d’Ispica è situata lungo una roccia calcarea che si sviluppa per ben 13 Km, e dal territorio di Modica si estende fino al comune di Ispica. Il termine cava deriva dalle incisioni che il corso d’acqua Ispica ha realizzato per secoli nell’altopiano calcareo lbleo e che rendono questo paesaggio davvero affascinante. Si tratta di un luogo molto importante per lo studio dell’evoluzione dei primi insediamenti umani: numerose sono le testimonianze di abitazioni di età neolitica, greca, bizantina e medievale. Sono state rilevate necropoli sicule con tombe a forno, ipogei bizantini e catacombe cristiane. Parte delle strutture non è purtroppo più visibile al pubblico, a causa di frane ed erosioni. L’area archeologica è costituita da tre sezioni, la zona a Nord Est, presso Mulino Cavallo; la zona rupestre dell’antica Spaccaforno e la zona mediana nei pressi del convento di Santa Alessandra.